“Se fin dal medioevo è possibile individuare gruppi
e rituali giovanili, sia rurali che urbani,
solo nella seconda
metà del XX secolo si sono
formate delle unità complessive
di giovani
che hanno sentito di essere una“generazione”
in conflitto con quella precedente e ai quali
l’industria
commerciale si è rivolta
come a un tipo particolare
di consumatore.”
L.Marconi,D.Tripputi, Musiche giovanili del Novecento,
in P.Sorcinelli,A.Varni(A cura di), Il secolo dei giovani,
Donzelli Editore,Roma2004, p.255
Crf. A.Colombo, Ascesa e declino del conflitto generazionale,
in Aa.Vv., Ragazzi senza tempo, Costa&Nolan, 1993
Una volta c'era il
Medioevo....e forse ancora c'è, ma poco se ne parla. I giovani esistono oggi
come esistevano allora. Oggi consumano di tutto in modo dissennato (sono loro
il bersaglio del marketing). Nel medioevo consumavano quel poco che c’era in
osteria, ma il bisogno di uscire da sé era il medesimo. L’osteria era il luogo
per dimenticare le preoccupazioni
quotidiane, poiché la realtà esterna, per quanto dolorosa possa essere, non
riesce a superare il varco della soglia né a scalfire la gioia di una comunione
sociale ritrovata. A dimostrarlo ci sono dei testi poetici noti come Carmina
Burana, scritti tra XII-XIII
sec. dai clerici vagantes, giovani studenti dediti a viaggiare in Europa
per seguire lezioni di maestri noti in varie branche del sapere. A quanto pare
i pellegrini non erano più soli ad affollare le strade d’Europa. Questi giovani
on the road ante litteram non erano
dei rivoluzionari, bensì dei chierici, uomini di chiesa distinti dai sacerdoti.
Godevano di alcuni privilegi ecclesiastici relativi per esempio all’esenzione
di molti tributi dovuti al potere civile. Inoltre, non avevano l’obbligo di
restare casti e potevano sposarsi. Non tralasciavano di accusare la Chiesa , rea di essere troppo
spesso corrotta e irrispettosa dei precetti originari. Il concubinaggio e la simonìa erano i reati
più diffusi che la riforma voluta da Gregorio VII (1073-1085) cercava di
debellare. Insomma, i clerici vagantes erano moralisti tanto quanto sfrenati
gaudenti[1].
vero!
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